UN DEPURATORE CHE NON FUNZIONA E’ UN DEPURATORE CHE INQUINA

L’interessamento della gestione anomala del depuratore di Foggia da parte degli Attivisti del MoVimento 5 Stelle iniziò in Settembre 2012. Recandosi sul sito videro che nel canale d’uscita si versava acqua che montava come zabaione e che in quello stesso canale  a ridosso del depuratore vi erano diverse stazioni di pompaggio che prelevavano l’acqua per irrigare le colture vicine.

apertura

http://www.youtube.com/watch?v=VXqWW5cCyqA

Per attirare l’attenzione su quanto accadeva all’insaputa dei foggiani si decise di convocare una conferenza stampa al depuratore in modo da mettere in condizione i giornalisti di poter constatare con i propri occhi la qualità delle acque che fuoriuscivano dal depuratore e dal loro inusuale utilizzo.

L’aneddoto di quella giornata ben si rappresenta dall’atteggiamento di un giornalista che appena scese dalla macchina con aria sofferente e scocciata chiese cosa ci fosse lì di tanto interessante da convocare una conferenza stampa. Facendolo avvicinare al canale gli presentammo l’angusta visuale dicendogli: “Questa è acqua depurata, questa è una stazione di pompaggio che utilizza queste acque per irrigare i campi e quelli sono i campi irrigati con queste acque ”.

L’immediato cambio d’espressione del giornalista fu palese e altrettanto fu il mutare del suo interesse nel vedere quello scenario poco allettante, da lì comprese di non essere stato scomodato inutilmente.

https://www.youtube.com/watch?v=RVaWLXKzgUw

La conferenza quel giorno, un po’ per provocazione e anche per amplificarne l’interesse, venne organizzata il 6 ottobre 2012, parallelamente ad un altro grande evento dove molti sindaci, compreso il Sindaco di Foggia, si recarono a Manfredonia per manifestare contro le trivellazioni petrolifere nell’ Adriatico. La provocazione constatava nel far notare il controsenso nel voler manifestare contro una presunta trivellazione che avrebbe portato delle conseguenze poco piacevoli al mare nostrum, non tenendo conto che l’inquinamento era già in atto per causa del depuratore di Foggia, che con la sua gestione anomala stava già contribuendo alla morte del Golfo di Manfredonia.

Il depuratore di Foggia versa le sue acque nel canale “Faraniello Castiglione”, che a sua volta confluisce nel “Canale  della Contessa” che è un affluente del “Torrente Candelaro”.

Il Candelaro nasce nel comune di San Paolo Civitate  termina la sua corsa nel Golfo di Manfredonia, lungo 70 km è il corso d’acqua di superfice più inquinato di Puglia. Quella che oggi è la foce del Candelaro era, sin dal Neolitico, parte di una lunga estesa laguna costiera compresa tra le foci dei fiumi Candelaro e Ofanto, caratterizzata da numerosi corsi d’acqua che vi riversavano, oltre a isolotti e piccole baie. In seguito, anche a causa dei detriti trascinati dai fiumi, la laguna si riempì e diventò terra ferma. Molto probabilmente il Gargano, che in origine era un isola dell’attuale Mar Adriatico, fu unita alla terra ferma dai detriti trasportati dal Candelaro. Quindi si presume che il Candelaro sia stato l’artefice dell’unificazione geologica del Gargano alla penisola Italica. Suoi affluenti sono: il canale Radiosa, il torrente Triolo, il torrente Salsola, il Celone e il Canale della Contessa.

Il fiume attraversa i Comuni di: San Paolo Civitate, San Severo, Rignano Garganico, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Manfredonia.  Prima di versarsi in mare, il torrente attraversa il lago Salso (ma non lo alimenta) e la Riserva Naturale Statale Palude di Frattarolo.

 mappa

La riserva Naturale Statale Palude di Frattarolo è un naturale bacino d’espansione del Torrente Candelaro. La ricca vegetazione palustre, la vicinanza al mare e i frequenti impaludamenti rendono il biotopo particolarmente interessante. Nella riserva è consentito l’allevamento dei Bufali allo stato brado.

La vegetazione tipicamente palustre annovera tamerici e salici e, tra le erbacee, rappresentanti del genere Cypercus (Zigolo), Scirpus (Lisca) e Typya (Lisca maggiore). Dove il terreno è più consolidato e con più abbondanza di Sali sono presenti anche specie di Salicornia.

Tra le specie che frequentano la riserva si segnalano l’airone cenerino, il chiurlo, il cavaliere d’Italia, la gazzetta, la spatola, la sgarza ciuffetto, la gallinella d’acqua, la folaga, il mignattaio, l’alzavola, il mestolone, la marzaiola, la la volpaca, il tarabusino e il falco di palude. Frequente la presenza di oche di passaggio.

La riserva è costeggiata dalla rotabile litoranea che collega Manfredonia con Margherita di Savoia e Barletta ed è facilmente raggiungibile. Percorrendone i confini all’esterno, con l’ausilio di un buon binocolo, è possibile fare interessanti osservazioni sia del particolare ambiente che dell’avifauna presente.                       [ dal sito del Corpo Forestale dello Stato]

depurat scaricDa indagini e rilevamenti fatti si è notato che l’inquinamento del torrente si mantiene costante tutto l’anno, anche in quei periodi in cui la nostra Agricoltura è a riposo, quindi la responsabilità del suo inquinamento, che in un primo momento si era attribuita ad una cattiva pratica agricola era da ricercare altrove. Non avendo nella nostra provincia grandi aziende capaci di causare un simile inquinamento vuoi vedere che i colpevoli sono gli impianti di depurazione?

 

Legata a quest’enigmatica situazione dell’inquinamento delle coste vi è anche il danno economico su due delle economie cardine del nostro territorio, ossia turismo e pesca, oltre all’utilizzo di quelle acque in agricoltura, altra economia cardine del nostro territorio, che dal creare prodotti di qualità genera prodotti inadatti ad essere consumati freschi.

Gli AttiVisti di Foggia fin da subito hanno sollevato il problema, ma si è avuta la sensazione che a nessuno interessasse che con quelle acque qualcuno ci irrigasse dei prodotti, che sarebbero potuti finire sulle nostre tavole.

Da qui nacque l’esigenza, per gli AttiVisti foggiani, nel voler portare alla luce le modalità sul com’era gestito il nostro depuratore. Vincenzo Rizzi, (AttiVista del M5S), partecipando come ospite in una puntata del programma televisivo de “la TRAVIATA”, tirò fuori dal proprio zainetto un vasetto contenente un campione d’acqua prelevato all’uscita del depuratore.

http://www.youtube.com/watch?v=AD0lY-XEhwM

Tra gli ospiti di quella puntata c’erano anche i consiglieri Regionali Dino Marino e Leo Di Gioia. Il campione delle acque cariche di fanghi mostrate era evidente e lasciò allibite tutte le persone presenti.

Il consigliere regionale del Pd e presidente della commissione sanità Dino Marino, ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta all’assessore ai lavori pubblici Fabiano Amati, per sapere quali iniziative intende intraprendere la Regione Puglia nei confronti dell’Acquedotto pugliese a seguito delle denunce sul funzionamento del depuratore di Foggia. “Sono costernato – ha detto il presidente della commissione sanità Dino Marino. Ho ricevuto la risposta del direttore generale dell’Arpa sul funzionamento del depuratore di Foggia che di fatto conferma la denuncia fatta nella trasmissione “Traviata” dell’emittente TELEBLU di Foggia dal sig. Rizzi. Il direttore dell’ARPA Giorgio Assennato – spiega Marino – mi ha comunicato che su venti controlli effettuati nel corso del anno 2012, sedici sono irregolari, o meglio non conformi e apprendo con stupore che l’ARPA ha segnalato queste irregolarità al sindaco di Foggia, all’Amministrazione Provinciale, all’Acquedotto Pugliese e alla Regione Puglia. Ciò che mi costerna – prosegue il presidente Marino – è che per accendere i riflettori sulla vicenda è servita la denuncia di un cittadino, mentre le istituzioni preposte tacciono da tempo. Per questo ho immediatamente inviato una interrogazione all’assessore Amati per sapere (visto che è a conoscenza dei dati forniti dall’ARPA sui controlli effettuati presso il depuratore di Foggia) quali iniziative vuole intraprendere nei confronti dell’Acquedotto Pugliese e se non sia il caso di avviare un’analisi di dettaglio strutturale e gestionale per il corretto funzionamento dell’impianto, chiedendo immediatamente all’Acquedotto Pugliese di intervenire per rimuovere ogni criticità dello stesso e rispondendo così al giusto utilizzo delle quote pagate dai cittadini foggiani per una corretta depurazione delle acque reflue”. [dal Giornale di Puglia]

schiumaNonostante il clamore del momento e l’attenzione degli organi di stampa, all’uscita del depuratore continuavano documentare acque più simili al cioccolato. In realtà un piccolo cambiamento nell’aspetto delle acque in uscita si ebbe, molte delle foto e dei video che immettevamo in rete, fatti all’uscita del depuratore, documentavano che l’acqua era schiumeggiante, caratteristica atipica per l’acqua, questo dimostrava che al suo interno c’era un alto tasso di fosfati e nitrati. Infatti, l’acqua al suo stato naturale non monta come uno zabaione. Per impedirci di immortalare quei bellissimi filmati iniziarono ad utilizzare degli abbattitori di schiuma  

Come mai se in Puglia, a detta del nostro Governatore Vendola, per depurare le acque si utilizzano le migliori tecnologie, dal nostro depuratore usciva acqua color cioccolato e maleodorante?

In Fisica, chi ha ancora qualche reminiscenza scolastica, ricorderà bene che l’acqua per essere considerata “pura” deve avere queste tre fondamentali caratteristiche incolore, inodore e insapore. Sinceramente non abbiamo mai constatato se quelle acque erano insapore, ci bastava il puzzo e il colore di quelle per intuirne la loro non idoneità, tale da non poter essere immesse nell’ambiente, ma soprattutto inutilizzabili per l’Agricoltura.

Atra cosa che iniziammo a notare è che ogni volta che pioveva e ci recavamo al depuratore, questo non riusciva a gestire le portate di piena e le acque reflue tracimavano nel bypass naturale e quindi proseguivano la loro corsa in mare senza essere trattate.

Possibile che le migliori tecnologie non riescono a gestire le ondate di piena?

Possibile che quando piove i nostri scarichi fognari vadano in mare senza nessun trattamento?

https://www.youtube.com/watch?v=L-KDtevog0M

Inoltre, come mai quando piove le acque in uscita sono cariche di fanghi? Azione voluta o accidentale? Negligenza nel trattamento e smistamento dei fanghi o dolo? Quanti camion di fanghi uscivano dal depuratore di Foggia annualmente con le gestioni precedenti e quanti ne escono con la gestione attuale? E se dovessero essere diminuiti ciò è causa della crisi e che i foggiani mangiano meno e quindi utilizzano meno gli scarichi fognari?

E’ ovvio che a queste domande dovrà dare risposta la magistratura attivata su nostra segnalazione.

Chi ha le competenze ispettive potrebbe andare a misurare la quantità dei fanghi che stazionano all’interno del depuratore? Si potrebbe andare a verificare se il quantitativo presente è conseguenza del normale processo di lavorazione o se c’è un anomalia della loro gestione? Ed una eventuale presenza eccessiva di fanghi  è la conseguenza del cioccolato che documentiamo quando piove? E ciò che accade è dolo o negligenza?

Quante sono le stazioni di pompaggio presenti lungo il canale? Decidemmo di censirle e fotografarle con un rilevatore GPS, e mentre facevamo i nostri rilevamenti, ad una di queste stazioni ci imbattemmo in un personaggi che ribattezzammo “Il cugino”.

Il cugino da un primo momento ostile si dimostrò molto utile e con le sue dichiarazioni ci diede molti spunti per continuare la nostra denuncia.

http://www.youtube.com/watch?v=QG01Mn4kRm8

Come consigliato dal cugino ci recammo in Provincia e chiedemmo informazioni sulla presenza delle stazioni di pompaggio che prelevavano l’acqua dai canali Faraniello e Contessa. Il funzionario ci disse che al momento non vi erano autorizzazioni in corso per il Faraniello, mentre per Contessa vi erano state due autorizzazioni concesse l’anno precedente, una ormai scaduta ed un’altra a scadenza (meno di una settimana). Le autorizzazioni rilasciate sono a scadenza annuale.

Chiedemmo il criterio di rilascio di quelle autorizzazioni, e comprendemmo che era compito dell’ASL disporre o meno l’autorizzazione. Per sapere quindi i canoni per il rilascio delle autorizzazioni ci recammo alla ASL.

Benché il responsabile si rese disponibile per delucidarci, restammo molto perplessi nel apprendere le modalità di come veniva gestito il tutto ma soprattutto avvertimmo la sensazione che c’erano diverse strutture a gestire il rilascio per un permesso, ognuna a seconda delle proprie competenze, ma poco comunicative tra loro.

https://www.youtube.com/watch?v=Da7Az5W2XIM&feature=c4-overview&list=UU4eaEmTF8MeHdGL8e5TPIQQ

Ormai gli elementi per interessare i nostri Cittadini Portavoce al Parlamento c’erano tutti e così tramite Giuseppe D’Ambrosio fu depositata un “Interrogazione a risposta scritta sullo stato dei depuratori di Capitanata”.

 

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Giuseppe D’Ambrosio, Portavoce al Parlamento del M5S

– Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare

Per Sapere – Premesso che:

L’area costiera della Capitanata, e in particolare il golfo di Manfredonia, rappresenta uno dei beni italiani più preziosi per la tutela della biodiversità, in quanto sono presenti in questa zona importanti zone umide costiere ricomprese sia all’interno della rete natura 2000 ( SIC Zone Umide della Capitanata IT9110005, ZPS Paludi presso il golfo di Manfredonia IT9110038, SIC foce Ofanto lago Capacciotti IT9120011, SIC valle del Cervaro, bosco dell’Incoronata IT9110032), e che parte di questi biotopi sono compresi in due istituti di tutela: il Parco Nazionale del Gargano, e il Parco regionale del fiume Ofanto;

Le seguenti aree risultano essere Riserva Naturale Statale di popolamento animale: Palude di Frattarolo, Riserva Naturale Statale di popolamento animale Saline di Margherita di Savoia, Riserva Naturale Statale di popolamento animale il Monte. Tra le tante zone umide del golfo una, le Saline di Margherita di Savoia è riconosciuta come zona Ramsar, (mentre per le altre si sta ancora spettando il riconoscimento). Tutto quanto detto fa si che questo polo di zone umide risulti tra i più importanti del bacino del Mediterraneo.

Questo formidabile sistema di zone umide in quanto legate all’apporto acqua da parte dei corpi superficiali, risulta particolarmente sensibile all’inquinamento proveniente dal non funzionamento dei depuratori ed in particolare del depuratore di Foggia.
Infatti, in riferimento alla qualità delle acque in uscita dai depuratori della provincia di Foggia facciamo presente che in base ai dati rilevati dall’ARPA il principale torrente (il Candelaro) che alimenta l’area, presenta un giudizio di conformità non idonea alla vita dei pesci. In generale rispetto al livello di inquinamento da macrodescrittori la valutazione è la peggiore tra i corpi idrici superficiali della Puglia, ovvero presenta un giudizio pessimo.
Anche tutti gli altri corpi idrici superficiali presenti in provincia di Foggia si caratterizzano comunque per avere un quadro abbastanza simile al Candelaro.
In seguito ad una interrogazione di un Consigliere Regionale circa il non funzionamento dei Depuratori, l’ARPA ha così risposto: “come da protocollo stabilito con la Regione Puglia presso l’impianto di depurazione comunale di Foggia ARPA deve eseguire n.24 prelievi annuali di reflui effluenti. Di questi 18 costituiscono controlli relativi al rispetto dei limiti della tab.1 del D.1gs n. 152/06 mentre gli altri 6 riguardano la tab. 3 dello stesso decreto. Al 31 ottobre risultano eseguiti n. 20 campionamenti, di cui 14 per tali, 1 e 6 per tab. 3. Tutti i 6 controlli relativi alla tab. 3 hanno rivelato la non conformità dello scarico, mentre una non conformità è stata rilevata per 10 dei 14 controlli relativi alla tab. 1. Tali risultati sono indubbiamente sintomo della presenza di criticità strutturali o funzionali presso l’impianto in questione. Tutte le Non Conformità rilevate (16 su 20) sono state trasmesse alla Provincia, al Sindaco, all’AQP, alla Pura Depurazione ed alla Regione Puglia, come da prassi. Il giudizio sull’eventuale “corretto funzionamento” dell’impianto, comunque, non è competenza di questa Agenzia, poiché implica un’analisi di dettaglio strutturale-gestionale del processo che essa non è titolata e qualificata svolgere autonomamente. L’uso agricolo degli effluenti, nel caso specifico, non è autorizzato, non esistendo un apposito impianto di affinamento e il sistema di gestione della distribuzione che necessiterebbero per rendere sicura c controllata tale pratica. Tale uso, pertanto, risulta illegittimo; sta agli organi di controllo territoriale e di PG rilevarlo e sanzionarlo. Eventuali rischi sanitari diretti possono derivare prevalentemente proprio da tale comportamento illegittimo.

Sottolineiamo che questo dato appare ancora più grave tenuto conto delle modalità, con cui viene gestita l’attivazione delle centraline per l’auto-campionamento, che servono a monitorare la qualità delle acque trattate. Infatti sembrerebbe che l’attivazione delle stesse avvenga indistintamente sia dall’ARPA che dagli addetti di Pura (società SPA controllata dall’AQP, deputata alla gestione dei depuratori), ossia da controllati e dai controllori in maniera indistinta.

Tenuto conto di quanto emerso dall’indagine giornalistica prodotta dagli attivisti del gruppo (www.foggia5stelle.eu) , che dimostra come gli enti territoriali competenti per il controllo non dialogano tra di loro e pertanto si assiste ad un mancato controllo ed a una modalità quantomeno allegra di rilasciare autorizzazioni al prelievo per usi irrigui di acque che non possono a logica rientrare nei parametri stabiliti dal D.1gs n. 152/06;

Tenuto conto dell’importanza strategica che ha la risorsa acqua e del valore biologico degli stessi torrenti, tale situazione appare come una delle criticità ambientali in riferimento al mantenimento di adeguati livelli di biodiversità più gravi che investono la nostra provincia. Tale situazione compromette la sopravvivenza di diverse specie d’interesse comunitari ai sensi della Direttiva habitat 92/43/CEE, nonché presenti nella Red List delle specie minacciate come l’Alborella meridionale Alburnus albidus, il Nono Aphanius fasciatus, lo Spinarello Gasterosteus aculeatus, il Ghiozzetto di laguna Knipowitschia panizzae, l’Anguilla Anguilla anguilla, per non parlare delle centinaia di specie di uccelli, molte delle quali ritenute prioritarie ai sensi della direttiva Uccelli 79/409 CEE.

E’ anche utile riflettere sul fatto che la Capitanata non si caratterizza per essere una delle provincie più industrializzate ed appare quindi evidente che il contributo dei depuratori al pessimo stato di salute dei torrenti e delle zone umide costiere nonché della situazione dei tratti di mare prospicienti, è da ritenersi rilevante.

Pertanto, si chiede di conoscere:

quali siano i modi e i tempi necessari per un intervento definitivo e risolutivo dell’emergenza ambientale che affligge il golfo di Manfredonia e i corpi idrici superficiali della Provincia di Foggia onde evitare l’apertura di una probabile infrazione comunitaria ai sensi delle numerose violazioni sia delle Direttive comunitarie Uccelli 79/409CEE, Direttiva habitat 92/43/CEE, direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE;

• se il Ministro in indirizzo ritenga di dover avviare una verifica al fine di accertare eventuali responsabilità in ordine alla mancata risoluzione dei problemi che affliggono il golfo di Manfredonia e i corpi idrici superficiali della Provincia di Foggia anche attraverso la verifica dei seguenti ulteriori aspetti:
1. valutare quanti camion di fanghi sono partiti dal depuratore (ad esempio di Foggia) negli ultimi anni, confrontando l’attuale gestione con le precedenti;
2. coerenza tra lo stato di degrado dei corpi idrici superficiali e la certificazione della qualità delle acque in uscita dai depuratori;
3. valutare con attenzione l’idoneità dei fanghi prodotti (per esempio dal depuratore di Foggia) e dagli altri depuratori per lo spandimento nei terreni;
4. valutare il funzionamento della linea di trattamento che dovrebbe rendere idoneo il fango all’utilizzo in agricoltura per esempio nel depuratore di Foggia;
5. verificare la composizione dei terreni in cui sono stati effettuati gli spandimenti per controllare se, come sicuramente sarà stato, i fanghi hanno effettivamente raggiunto i terreni;
6. come sia possibile il prelievo di acque a fini irrigui (con apposite stazioni di pompaggio), a ridosso della recinzione dell’impianto di depurazione di Foggia;
7. in riferimento al punto precedente ci chiediamo se le istituzioni deputate al controllo abbiano esercitato adeguatamente le loro prerogative, visto che tali impianti hanno continuato a funzionare anche dopo che le associazioni ambientaliste ed in particolare il CSN onlus-Pro Natura, ha reso noto attraverso i media, tali presunte violazioni, nonché ha presentato regolari esposti alle autorità competenti;
8. valutare se c’è una correlazione tra piene dei torrenti e ritmo di smaltimento dei fanghi;
9. valutare se il non funzionamento ottimale degli impianti possa eventualmente produrre dei risparmi ai gestori e calcolare complessivamente l’ordine di grandezza di tali presunti risparmi, stante il fatto che i problemi relativi al depuratore di Foggia sono riscontrabili in tutti o quasi tutti i depuratori pugliesi;
10. se all’interno del sedime del depuratore di Foggia, siano stati interrati fanghi durante le precedenti gestioni.

• Se in virtù di quanto esposto e dei rischi su esposti, relativi al possibile avvio di una procedura d’Infrazione comunitaria, non sia il caso di promuovere l’istituzione di una task force al fine di verificare e rimuovere i motivi che stanno provocando un tale scempio ambientale.

Giuseppe D’Ambrosio
MoVimento 5 Stelle

Successivamente all’interrogazione parlamentare ci fu richiesto della giornalista Rosalia Marcantonio una collaborazione per  realizzare un reportage per la trasmissione “PRISMA”, puntata interamente dedicata al depuratore, andata in onda sabato 15 giugno 2013. Abbiamo così messo a disposizione della giornalista tutto quello che sapevamo del depuratore accompagnandola anche in un tour mirato a documentare alcune delle tante stazioni di pompaggio, il risultato finale giudicatelo voi. A noi è piaciuto!

http://www.youtube.com/watch?v=Kj35zi64rAg&feature=youtu.be

lav. canalePer rimodernare i depuratori di Capitanata sono stati stanziati più di 335 milioni di euro, sette milioni per il solo depuratore di Foggia.

In questo periodo il depuratore di Foggia è interessato da alcuni lavori, uno, quello più evidente, è il rivestimento delle sponde del canale Faraniello a valle dell’impianto di depurazione per un importo di Euro 2422517,53 i cui termini di ultimazione erano previsti, come riportato dal cartello che indica i lavori, il 6 giugno 2013. I lavori, per opera del Consorzio di Bonifica della Capitanata di Foggia, si sono dovuti fare perché c’era il rischio che il tratto di strada che costeggia il canale potesse franare.

 Un depuratore che non funziona è un depuratore che inquina. Una banalità, ma è il cuore del problema. Per il  Governatore Vendola i depuratori sono diventati la principale ossessione e si è prefissato di non terminare il suo mandato senza prima aver portato a compimento la missione buona depurazione per la Puglia … ma non depuravamo già con le migliori tecnologie?

Governatore Vendola una domanda che vorremmo rivolgerle è possibile avere una buona depurazione con il taglio del turno di notte e come già denunciato dalla FIT-CISL con personale che deve presidiare più impianti? Ci sono alcuni piccoli impianti che non hanno un presidio costante.

Con la riduzione dell’orario di lavoro si riesce a garantire la stessa qualità nella gestione degli impianti di quanto c’era una turnazione H24? Altra domanda che vorremmo rivolgerle è chi presidia gli impianti durante la notte, com’è gestito un’eventuale avaria e/o anomalia quando l’impianto non è presidiato? Come viene gestita una improvvisa ondata di piena dalle ore 19.00 alle 07.00?

Recandosi la sera al depuratore si nota che brucia una torcia,  questo lascia presumere che i gas prodotti dalla lavorazione dei fanghi non vengono utilizzati. In un periodo storico in cui si va alla ricerca di forme di energia alternative, convenienti e pulite come è possibile che non si utilizzi il gas biologico prodotto dalla gestione e lavorazione dei fanghi per produrre energia elettrica? Essendo questa per il depuratore una fonte energetica inesauribile e gratuita? Non provocherebbe un notevole taglio dei costi della gestione dell’impianto?

 

Per tutto quello che è stato fatto, e che si farà ancora, non abbasseremo l’attenzione, il nostro fiato sul collo sulle istituzioni sarà sempre pressante e continuativo. Da qui a presto rifaremo un nuovo censimento delle stazioni di pompaggio presenti sul canale Faraniello Castiglione e nell’eventualità ve ne siano ancora, le spiegazioni, questa volta saranno chieste direttamente al nostro primo cittadino, primo responsabile della nostra salute nella nostra città, quella stessa persona che durante un convegno s’impegnò che avrebbe provveduto a ristabilire la legalità sulle sponde del Canale.

Queste sono le prescrizioni fornite dalla ASL in una autorizzazione per l’utilizzo delle acque del canale Faraniello Castiglione:

“Si autorizza il prelievo delle acque per irrigare i soli prodotti ad uso industriale che dovranno essere obbligatoriamente consumati cotti per eliminare eventuali cariche batteriche. Si fa divieto il consumo di quei prodotti se non sono stati prima sottoposti a trattamento industriale.”

Riascoltiamolo dalla voce della giornalista Rosalia Marcantonio, estratto dalla puntata di Prisma.

http://www.youtube.com/watch?v=S9SaYPp7_2s&feature=youtu.be

Restiamo alquanti scettici, vorremmo sapere, da chi ha rilasciato e/o autorizzato l’utilizzo di quelle acque, se lui mangerebbe quei prodotti irrigati da quelle acque, pur rispettandone le prescrizioni rilasciate dalla stessa ASL. Noi francamente NO!..E voi?

prima pag gazz

Dopo l’interrogazione a risposta scritta presentata dal nostro Portavoce al Parlamento Giuseppe D’ambrosio, Francesco Carriello, anche lui Portavoce al Parlamento del M5S, ci ha informato che venerdì 21 giugno 2013 è stato presentato un odg n. 9/1197/95 sul decreto 43/2013 per le emergenze ambientali nel quale hanno impegnato il governo all’adeguamento degli impianti di depurazione ed avviare un monitoraggio e controllo degli sversamenti.

Trattandosi specificatamente di depuratori Pugliesi l’odg è stato condiviso e sottoscritto da tutti i deputati Pugliesi.

 

 

Francesco
Francesco Cariello, Portavoce al parlamento del M5S

presentato da

CARIELLO Francesco

testo di

Venerdì 21 giugno 2013, seduta n. 38

 

La Camera,
premesso che:
l’articolo 3-bis, introdotto durante l’esame al Senato, prevede al comma 1 la proroga, fino al 31 dicembre 2013, in deroga alle norme del decreto-legge 59/2012, della disciplina emergenziale nel settore della tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione in atto nel territorio della Regione Puglia, atteso il permanere di gravi condizioni di emergenza ambientale e ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di evitare il verificarsi di soluzioni di continuità nell’ultimazione dei lavori necessari all’adeguamento alla vigente normativa europea di alcuni impianti di depurazione delle acque localizzati nel territorio della regione;
un’efficiente gestione del sistema di depurazione deve rappresentare un importante obiettivo al fine di garantire la massima tutela dell’ambiente e per la tutela della salute dei cittadini;
nella regione Puglia vi è un diffuso problema di sostanze prodotte da impianti industriali che vengono sversate negli impianti di depurazione;
nella regione Puglia si sono registrati numerosi casi, come a Gioia del Colle e Manfredonia, di depuratori che, per difetti congeniti, strutturali o malfunzionamenti, hanno provocato sversamento di liquidi non sufficientemente depurati nei corpi idrici,

impegna il Governo:

ad affiancare le Regione Puglia nel promuovere:
le necessarie azioni per l’adeguamento degli impianti di depurazione;
avviare delle procedure di monitoraggio e controllo degli sversamenti da parte degli impianti produttivi, al fine di evitare la gestione delle sostanze, che per le loro caratteristiche chimico-fisiche, non siano depurabili dai normali impianti di depurazione.
9/1197/95(Testo modificato nel corso della seduta) Cariello, L’Abbate, Scagliusi, De Lorenzis, D’Ambrosio, Brescia.

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=2934&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27ODG+IN+ASSEMBLEA+SU+P.D.L.%27+%7C+%27CAMERA%27

 

ComunicatoSulla Gazzetta del Mezzogiorno del 25 giugno è stato pubblicato un Comunicato Stampa dei nostri Portavoce al Parlamento

Oggetto: decreto emergenze ambientali n.43-2013

Anche la Puglia è in piena emergenza ambientale. Sotto accusa sono gli impianti di depurazione.
Il vero problema è che tale emergenza sussiste ormai da Gennaio 2011, quando il presidente del consiglio di turno, Silvio Berlusconi, dichiarava lo stato di emergenza nel settore della tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territorio della regione Puglia.

Cosa hanno fatto la Regione ed il Governo centrale dal gennaio 2011, quando l’emergenza sembra essersi concretizzata?
Secondo il M5S NULLA è stato fatto.
Infatti il Governo Monti ha concesso una proroga allo stato di emergenza dei depuratori pugliesi nel gennaio 2012.
Tale proroga sarebbe dovuta durare fino al 31/12/2012 ma questa non è bastata ad ultimare i lavori necessari a far rientrare lo stato di emergenza.
Cosa fa oggi il Governo Letta? Ne inserisce una ulteriore proroga fino al 31/12/2013 nell’art.3-bis del decreto 43/2013 in cui ci è finito di tutto tanto da farlo ribattezzare il decreto “omnibus”.
Il M5S tramite i suoi deputati pugliesi prende atto dello stato emergenziale che ancor oggi sussiste in tutti gli impianti di depurazione in Puglia dalla provincia di Lecce dove sono note le inefficienze dell’impianto di depurazione di Otranto, di Gallipoli, di Pulsano, di Manduria, per non parlare del Gennarini di Taranto, alla provincia di Bari negli impianti di Cassano Murge, di Gioia del Colle con tutte le problematiche di Sammichele e dei Comuni del Sud-Est barese, di Altamura, di Barletta, Molfetta, Andria e Trani nel Nord-Barese, fino alla provincia di Foggia con l’impianto di Manfredonia e altri ancora di cui continuiamo a ricevere segnalazioni.
Il M5S oltre che ascoltare i cittadini e dopo aver appreso in Parlamento l’ennesima proroga del governo, chiede alla Regione Puglia a che punto sia il programma di rientro da questo stato di emergenza.
Quali sono le azioni già completate e quelle ancora da completare per rimuovere la predetta situazione emergenziale?

I cittadini pugliesi non possono vivere in continuo rischio per la tutela della salute derivante da un ambiente in cui la depurazione delle acque è in continuo stato emergenziale.
Lo sanno i cittadini di questa situazione? è stata fatta una mappa dei rischi derivanti dallo stato emergenziale dei cicli di depurazione delle acque?

Il M5S si è fatto promotore inoltre di una azione di monitoraggio e controllo da parte della Regione e degli enti preposti.
Visto il decreto 43/2013 sulle emergenze ambientali nel quale appunto si è sancita l’ulteriore proroga allo stato di emergenza dei depuratori, i deputati pugliesi del M5S hanno utilizzato lo strumento dell’ordine del giorno (odg n.9/1197/95) per impegnare il governo all’adeguamento degli impianti di depurazione alle normative comunitarie ed avviare il monitoraggio ed il controllo degli sversamenti. Infatti per il rientro dallo stato emergenziale, è fondamentale monitorare e controllare la rete a monte dei depuratori affinché il depuratore sia in grado di smaltire e separare tutte le sostanze di cui la rete idrica viene invasa. Naturalmente anche l’adeguamento tecnico del depuratore potrebbe in alcuni casi specifici, non essere sufficiente a separare quanto sfugge al monitoraggio degli enti preposti al controllo degli scarichi produttivi e pertanto non essere del tutto sufficiente alla chiusura dello stato di emergenza.

 

Intervista di Tele Norba a Vincenzo Rizzi:

http://www.youtube.com/watch?v=2rQ8oh4Eb3Q&feature=c4-overview&list=UUa-Y7xhtyS68tlXi6fQZRyw

 

Noi non ci arrenderemo mai non ci conviene!

 

  Francesco Paolo Gentile